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L'antimoda di Martin Margiela

  • Immagine del redattore: Giulia Alice
    Giulia Alice
  • 28 ott 2021
  • Tempo di lettura: 2 min



Fondatore di Maison Margiela, l'iconico designer è considerato il più rivoluzionario tra la sua generazione, eppure non compare sulle scene ormai da anni.


Nessuna intervista o fotografia rilasciate recentemente, l'aura di mistero che circonda il designer si è però rivelato il punto di forza comunicativo del suo brand.


Diplomatosi alla Royal Academy di Anversa, Margiela debutta con la sua prima collezione nel 1989 a Parigi e viene definito dalla stampa padre della tecnica della decostruzione.





La sua visione, infatti, si basa su una silhouette destrutturata e sul riciclo di capi vintage, tagliando e rimontando insieme parti diverse di abiti, dando così vita a una trasformazione completa e ridefinendo la funzione significativa del pezzo stesso.


Fu quindi uno dei primi designer ad impegnarsi per un approccio più sostenibile, abbinando materiali economici a stoffe più moderne, promuovendo modelli non convenzionali alle tendenze di quel periodo.


Ridisegnò le forme femminili attraverso l'oversize, stravolgendo forme e proporzioni, usò materiali quali nastro adesivo, carta di giornale, plastica, frammenti di ceramica, parrucche usate come cappotti, rivisitò le tabi shoes, un tradizionale tipo di calzatura giapponese (stivale con alluce separato e tacco cilindrico), giocò con l'illusione del trompe l’oeil e creò occhiali da sole costituiti da un unico pezzo in plastica nera.


Non è mai sceso a compromessi sulla sua visione non tradizionale, contro una moda fatta di glamour e ostentazione, il suo fine infatti era quello di dare importanza e maggior risalto alle sue creazioni, spesso nascondendo il volto dei modelli con visiere nere, pettinature particolari o maschere.


Significativa fu dunque la decisione di rimuovere il suo nome dall'etichetta, lasciando solo quattro cuciture bianche che ne delimitano il contorno.


Il bianco è anche il colore simbolo della maison, un colore neutro che però brilla di luce se indossato in pubblico.


Margiela ha introdotto una capsule collection che comprende una trentina di capi e accessori vintage, chiamata Replica, raccolti in tutto il mondo, con un'etichetta all'interno che indica la loro provenienza e il periodo.


Dal 1997 al 2003 Margiela si dedica anche alle collezioni femminili di Hermès, creando maglioni reversibili e cappotti-mantella, e nel 2008 ha tenuto il suo ultimo spettacolo, cedendo la posizione di direttore creativo a John Galliano.


Anticonformista, decostruzionista, lo stilista invisibile, l'araldo dell'anti-moda, contrario allo star-system, eppure uno degli interpreti più visionari della nostra epoca.








 
 
 

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