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Il power dressing di Thierry Mugler

  • Immagine del redattore: Giulia Alice
    Giulia Alice
  • 31 gen 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

«Per me la bellezza nasce dalla libertà di osare di essere diverso. Di essere estremamente te stesso. Oggi la bellezza non è più usata come legame emotivo per le persone, il che non è giusto, perché la bellezza è una delle cose più importanti nella vita – e nel mondo – se ti prendi il tempo per guardarla».



Queste sono le parole che ci lascia in eredità Thierry Mugler, scomparso qualche giorno fa, un uomo che ha saputo trasformare le sfilate di moda, specialmente di haute couture, in performance teatrali esprimendo al massimo il suo culto per il corpo femminile.


Abbiamo ancora impressa nella mente la sfilata-video girata in reverse per la spring summer 2021 che ci ha accompagnato per settimane, con i suoi body catsuits in nylon trasparente, look di lycra illuminati da cristalli, abiti drappeggiati e asimmetrici, giacche scultoree, combinazione di divise da allenamento e biancheria intima.


Tra le star della collezione compaiono le supermodelle Bella Hadid, Alek Wek, Irina Shayk e Soo Joo Park, ma anche alcune delle voci più in vista del momento: la star di Euphoria Hunter Schafer, l’attrice di Pose Dominique Jackson, Patia Borja e Kembra Pfahler.



Gli inizi

Nato a Strasburgo nel 1948, Mugler ha studiato alla Scuola di Belle Arti e a 22 anni si è trasferito a Parigi, dove ha lavorato per altri designer e come fotografo.


Nel 1973 crea la sua prima collezione Café de Paris, basata sullo stile degli anni '50, ma completamente differente dallo stile classico di Christian Dior.


L'anno successivo, inizia a creare collezioni da donna e poco tempo dopo la prima collezione viene presentata a Tokyo.


A 27 anni Mugler aveva già un suo brand, riconoscibile da chiunque per le silhouette a clessidra, la forza dei tagli e i colori vivaci.



Il successo

Con gli anni '80 e '90, il designer ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo per il suo inconfondibile stile esagerato e architettonico, il cosiddetto “power dressing”—spalle ampie, vita da vespa, silhouette teatrali— e la visione futuristica della moda, adottando materiali mai utilizzati prima, come vinile e lattice.


Mugler ha vestito David Bowie per la performance del 1979 al Saturday Night Live e le supermodelle Linda Evangelista, Christy Turlington, Naomi Campbell nel videoclip Too Funky di George Michael.


Inoltre, i suoi abiti sono stati utilizzati in diversi scatti di Helmut Newton per Vogue negli anni '80.


Un altro grande successo è il lancio nel 1992 del profumo femminile, Angel, in una bottiglia a forma di stella, con la modella Jerry Hall.


Nello stesso anno, su invito dell'Haute Couture Syndicate, Mugler diventa una casa di moda couture.





Lo stile

Il lavoro di Mugler si collega al surrealismo, alla fantascienza, all'erotismo e alla trasformazione dei corpi, lui stesso si è definito «un architetto che reinventa completamente il corpo di una donna».


Le modelle sono diventate donne-cigno o farfalla, creature robotiche, hanno indossato un corsetto a forma di manubrio di motocicletta (che Beyoncé ha voluto per il tour I Am… nel 2009) e un abito con la scollatura a cuore a oblò sul fondoschiena, nessun limite è stato posto alla valorizzazione sartoriale e alla fisicità artificiale.


L’abito si trasforma in abitazione per il corpo e il corpo si fa malleabile, assumendo qualsiasi forma il designer voglia dare.


Il modello di riferimento era una donna amazzonica e imponente con silhouette a triangolo rovesciato, con spalle larghe e la forma a clessidra.


Il suo capo iconoico è il corsetto, indossato da tantissime celebrity, come Madonna, Lady Gaga e Sharon Stone, mentre Diana Ross è stata la prima artista-cantante a sfilare per lui.


Nonostante si fosse ritirato dalla moda nel 2002, recentemente i suoi look rimangono memorabili, come il Wet Couture Dress al Met Gala 2019 commissionato da Kim Kardashian al Met Gala nel 2019, Cardi B con la Nascita di Venere e l'abito-farfalla sfoggiato da Irina Shayk all'inaugurazione della mostra Thierry mugler: Couturissime a Parigi, che ripercorre la carriera dello stilista francese tra il 1973 e il 200.




Tra le altre celebrità che hanno indossato i suoi abiti ricordiamo Nicole Kidman, Katy Perry, Bella Hadid, David Bowie (per il suo matrimonio con Iman nel 1992), Cindy Crawford e Rihanna.


Mugler ha lasciato l'impronta anche per i suoi spettacoli teatrali, la più celebre è stata per il suo 20° anno di attività nell'autunno 1995, al Cirque d'Hiver.


Lo stilista è stato anche un attivo sostenitori della comunità LGBTIQ+, lanciando modelle trans come Connie Fleming e Teri Toye sulle sue passerelle negli anni ‘90 e presentando nel 1992 il primo Life Ball, uno dei più grandi eventi al mondo di beneficenza a sostegno delle persone affette da HIV e AIDS.


Mugler non ha mai seguito le tendenze di moda, con la sua creatività ha cambiato la percezione della bellezza e messo al primo posto la donna e la sua silhouette.





























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